I RINFORZI E LE PUNIZIONI, E POI? - Fido e Fede

I RINFORZI E LE PUNIZIONI

I RINFORZI E LE PUNIZIONI

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Addestramento ed educazione del cane: i rinforzi e le punizioni.

I rinforzi e le punizioni sono concetti piuttosto conosciuti e sembrano semplici da trattare, il cane fa bene lo premio, il cane fa male non lo premio. In realtà il discorso è leggermente piu complesso di cosi, soprattutto quando si aggiungono due paroline magiche: positivo e negativo, intese come piu e meno, aggiungere e togliere. Iniziamo con il dire quindi che sia i rinforzi che le punizioni si dividono in queste due categorie e che pertanto avremo: i RINFORZI POSITIVI, i RINFORZI NEGATIVI, le PUNIZIONI POSITIVE e le PUNIZIONI NEGATIVE.

Per capirli meglio serve aprire una breve parentesi di psicologia e andare a vedere gli studi sul comportamento e sui condizionamenti dei primi anni del ‘900 fatti dal russo Pavlov e dall’americano Skinner.

I CONDIZIONAMENTI
Pavlov e Skinner appartenevano alla corrente della psicologia chiamata comportamentismo, che studiava il comportamento degli individui partendo da stimoli ambientali visibili e quindi classificabili. Per i comportamentisti la mente è una sorta di scatola che puo essere compresa solamente partendo da un input e osservando l’output che ne deriva, in altre parole partendo da un dato stimolo si osserva il conseguente comportamento.

All’interno di questo filone Pavlov fu il primo a fare un esperimento proprio con dei cani. Ai cani di Pavlov veniva fatto sentire il suono di una campanella prima di ricevere del cibo, ripetendo questa procedura varie volte i cani cominciavano a riconoscere il segnale e a salivare sentendo il solo suono. Lo stimolo inizialmente neutro -il suono della campanella- dopo varie ripetizioni era diventato uno stimolo condizionante, in grado cioe di produrre una risposta, la salivazione, che è un riflesso condizionato. Questa associazione è definita CONDIZIONAMENTO CLASSICO.
Se ci pensiamo quanto appena descritto accade nella vita quotidiana quando apriamo il frigo o prendiamo la ciotola del cane facendo un particolare rumore, il cane non ci vede, ma se tutti i giorni facciamo lo stesso rumore, dopo pochi giorni arriverà per mangiare senza doverlo chiamare. Ecco quindi che anche noi quotidianamente condizioniamo il cane.

Prendendo spunto dagli studi di Pavlov, Skinner fece qualche anno dopo un altro esperiemento utilizzando una scatola, la Skinner Box, con un topolino-cavia al suo interno che poteva fare diverse azioni (spingere un tasto o premere una leva) per ottenere del cibo.
L’animale affamato era spinto alla ricerca del cibo e muovendosi arrivava involontariamente alla soluzione che glielo forniva. Trovandosi di fronte ad un rinforzo di un comportamento (premere la leva che fa uscire del cibo), l’animale era portato a ripetere quel comportamento fino ad arrivarci direttamente.
Questo meccanismo è definito CONDIZIONAMENTO OPERANTE, in questo caso il soggetto ha fatto delle azioni che gli hanno fatto apprendere qualcosa. Anche il condizionamento operante è frequente nella vita quotidiana (premesso che il cane non è affamato come il topolino), se il cane fa ad esempio un movimento che da luogo ad un’azione che gli da soddisfazione, come andare dietro un cespuglio e fare uscire il gatto del vicino, facilmente la ripeterà..

Chiudo parentesi condizionamenti dicendo che ad oggi sappiamo che questi concetti sono molto basilari, sappiamo che il cane, e anche l’uomo, ha una mente molto piu evoluta e complessa di cosi, in cui il sistema nervoso e i neurotrasmettitori lavorano e sono in grado di dare risposte volontarie o involontarie, razionali o emotive e che sono influenzate sia da una base genetica che dall’esperienza.
Questi concetti servono pero a farci capire che in alcune situazioni possiamo usare i condizionamenti per insegnare qualcosa al cane, quindi per educarlo e comunicare con lui tramite queste forme di apprendimento.

COSA SONO I RINFORZI E LE PUNIZIONI?
Partiamo quindi dalle definizioni generali di rinforzi e punizioni:
– UN RINFORZO è un qualcosa che porta a far ripetere un comportamento
– UNA PUNIZIONE è un qualcosa che porta a estinguere un comportamento

Ad esempio se io chiedo al cane di sedersi e il cane si siede gli daro un premio che funga da rinforzo (che interessi veramente al cane: un gioco, gli diro bravo o un bocconcino) per la ripetizione del comportamento.
Se io chiedo al cane di sedersi e il cane mi salta addosso cerchero di estinguere quel dato comportamento ad esempio spostandomi (e per il cane che cercava il mio contatto è una punizione a tutti gli effetti).

Fin qui è tutto chiaro. La questione si complica quando il rinforzo e la punizione diventano positivi o negativi, proviamo quindi a definirli:

– UN RINFORZO POSITIVO (+) è una gratificazione, un premio, compare uno stimolo piacevole
– UN RINFORZO NEGATIVO (-) è una sospensione di uno stimolo avversativo, viene meno uno stimolo spiacevole
– UNA PUNIZIONE POSITIVA (+) è uno stimolo avversativo diretto, compare uno stimolo spiacevole
– UNA PUNIZIONE NEGATIVA (-) è un’omissione di un premio, viene meno uno stimolo piacevole

Per non fare sembrare le cose troppo complicate facciamo qualche esempio:

– vediamo il primo esempio già visto sopra, chiedo al cane di sedersi, lui lo fa e quindi premio, è un rinforzo positivo perché aggiungiamo un bocconcino, un bravo , una carezza o un gioco
– il mio cane tira come un matto quando fuori in passeggiata vede altri cani, decido di usare un collare a strozzo per farlo smettere (DA NON FARE ASSOLUTAMENTE, È UN ESEMPIO), quando il cane non tira piu allento lo strozzo, è un rinforzo negativo perche da sollievo al cane sospendendo uno stimolo avversativo e mi porta al comportamento desiderato (non tirare)
– sempre con il mio cane che tira al guinzaglio, l’uso del collare a strozzo (RIPETO: DA NON FARE) provoca ancor prima di un rinforzo negativo, una punizione positiva, perche aggiungiamo qualcosa di veramente negativo al cane
– infine, il secondo esempio già visto sopra, se noi chiediamo al cane di sedersi e lui mi salta addosso per prenderlo, omettero il premio, in questo caso la punizione è negativa perchè non vogliamo che quel comportamento si ripeta.

Quindi ricapitolando: a noi servono quasi esclusivamente i rinforzi positivi e raramente le punizioni negative usate con grande attenzione. Ricordiamoci infatti di lavorare sempre in POSITIVO con il nostro cane, in questo modo aumenteremo la voglia di fare del cane e rafforzeremo il nostro binomio. L’utilizzo di punizioni positive poi è del tutto inutile SE NON DANNOSO, se il cane mette in atto un comportamento è perchè dietro vi è una motivazione e un calcio nel sedere non lo farà certo estinguere… soggetti molto sensibili possono poi risentire parecchio di stimoli avversativi o anche di omissioni di premi con conseguenze poi nel comportamento a lungo termine.

Infine per lavorare usiamo un rinforzo variabile, che tradotto significa premiare con un bocconcino una volta o due, poi inserire un gioco e ancora l’importantissimo rinforzo sociale, come una carezza, una pacchetta amichevole o un bravo, alternato al famoso “jackpot” (5/6 bocconcini), quando il cane fa veramente bene. Inserendo premi variabili viene da se che aumenta nel cane la voglia di fare perchè l’esercizio con noi non sarà monotono.

Queste poche nozioni dovrebbero darci l’idea di come utilizzare in modo corretto i rinforzi per far apprendere al nostro cane dei semplici comportamenti.
Buon allenamento a tutti!